Compaiono sempre nel luogo e nel momento sbagliato, così fastidiose e dolorose da rendere a volte difficile mangiare o anche solo parlare.

Possiamo definire le afte come delle ulcere rotonde od ovali, con bordi rossi eritematosi e con la parte centrale bianca o gialla. Si formano nella cavità orale, più precisamente sui tessuti molli come le guance, il palato molle, alla base delle gengive, sopra o sotto la lingua.

Una caratteristica da precisare fin da subito è che a differenza dell’herpes labiale non si presentano mai sulla superficie delle labbra e in alcun modo sono contagiose.

SINTOMI

Non sono necessari esami specifici per accertare le afte. Il medico, il dentista o il farmacista può identificarle con una semplice visita.

Possiamo accorgerci che sta per venirci un’afta quando proviamo una sensazione di bruciore e indolenzimento in una zona della bocca. Accettiamo il destino e nell’arco di uno o due giorni comparirà. Fortunatamente la maggior parte delle afte sono innocue e tendenzialmente scompaiono in una o due settimane, senza lasciare cicatrici.

In generale quando compaiono non rivelano una malattia sottostante, infatti chi ha un’afta solitamente è una persona sana. È possibile che una persona “soffra” di afte, ovvero che durante l’anno sia soggetto alla loro frequente ricomparsa (recidiva). In questo caso la condizione prende il nome di STOMATITE AFTOSA CRONICA, ovvero una infiammazione della mucosa orale la cui diagnosi deve essere fatta in modo adeguato a escludere altre possibili cause. Raramente, infatti, le afte possono essere indice di malattie, soprattutto se molto grandi, multiple, molto dolorose e che non tendono a guarire dopo 3 settimane. In questo caso è assolutamente necessario rivolgersi al proprio medico o al dentista. Nello specifico è indicato consultare il medico se:

  • si ripresentano prima che quelle vecchie siano guarite
  • si estendono alle labbra (bordo vermiglio)
  • causano dolore che non scompare con i farmaci ad uso locale
  • rendono impraticabile mangiare o bere
  • si associano a febbre alta

In questi casi è necessario effettuare degli esami diagnostici più approfonditi.

CAUSE

Le cause della comparsa delle afte sono ancora sconosciute. Vari studi hanno tentato di stabilire un’eziologia batterica e/o virale (es. da Streptococcus, Helicobacter pylori, Lactobacillus, Epstein-Barr virus) tuttavia i risultati fino ad oggi non hanno mostrato una chiara relazione causale.

Ad oggi è considerata una malattia multifattoriale legata a vari fattori scatenanti:

  • lesione alla bocca: è frequente che dopo interventi dentali, una spazzolatura troppo aggressiva o un morso accidentale alla guancia o alla lingua, si formi nel giro di poco tempo un’afta.
  • stress: ebbene sì, ormai lo stress viene sempre più spesso considerato il responsabile di qualsiasi malattia o sventura. In questo caso però non pochi studi scientifici riportano che in effetti eventi di vita stressanti (più legati alla sfera emotiva piuttosto che fisica) possono innescare nuove lesioni.
  • carenza di vitamine e micronutrienti: in letteratura scientifica è stata individuata un’associazione tra afte e bassi livelli di ferro, acido folico, zinco e vitamine B1, B2, B6 e B12. Attenzione! A volte queste carenze sono dovute a malattie sistemiche sottostanti, come sindromi da malassorbimento (morbo di Crohn, colite ulcerosa) e l’enteropatia da glutine (celiachia).
  • fattori ormonali: sebbene non siano state registrate differenze di prevalenza tra i sessi, è stata rilevata un’associazione tra la comparsa di ulcere aftose e il ciclo mestruale. In particolare sono più frequenti durante la fase luteale o in menopausa e meno frequenti durante la gravidanza e nelle donne che assumono contraccettivi ormonali.
  • fumo di sigaretta: molti studi hanno rilevato un aumento dell’incidenza di ulcere della bocca in persone che hanno smesso di fumare sigarette. Attenzione! Ovviamente non è nemmeno da prendere in considerazione iniziare a fumare per ridurre l’incidenza delle afte. Il fumo è nocivo e provoca effetti dannosi da tanti punti di vista. È però rilevante saperlo, in quanto potrebbe essere questo il responsabile della comparsa di queste odiosissime lesioni, evitando di preoccuparci di cause più gravi.
  • malattia di Behcet: raro disturbo che provoca infiammazione in tutto il corpo, compresa la bocca.
  • sistema immunitario difettoso, che attacca le cellule sane della bocca anziché i microrganismi esterni.
  • sindrome dell’immunodeficienza acquisita (AIDS), che sopprime il sistema immunitario.
  • malattia mani-bocca-piedi: infezione virale tipica dei bambini piccoli causata generalmente da coxsackie A16 virus, enterovirus 71 o da altri enterovirus. Provoca afte nella bocca e bolle su mani e piedi, che guariscono spontaneamente in pochi giorni.
  • lichen planus orale: provoca la formazione di una specie di pizzo bianco all’interno delle guance.

Spesso le persone che ne soffrono hanno una storia familiare di afte. Ciò può essere dovuto a fattori ereditari o ambientali, come l’assunzione di determinati alimenti o l’esposizione ad allergeni.

TERAPIA

Brutte notizie, o quasi: ad oggi non esiste una terapia standard e nessuno dei trattamenti è curativo. Sia che si tratti di un’afta occasionale sia di stomatite aftosa cronica, gli obiettivi principali sono alleviare il dolore, accelerare la guarigione e ridurre la frequenza degli episodi.

Partendo dal presupposto che la prima vera arma per combattere le afte è la PAZIENZA, si possono suddividere gli approcci terapeutici come locali o sistemici a seconda della gravità e della causa dell’afta. In questo articolo ci concentreremo solo su quelli locali, in quanto i rimedi ad uso sistemico sono prescritti esclusivamente dal medico dopo una corretta diagnosi differenziale.

Comunemente, entrambi gli approcci devono sempre essere accompagnati da una serie di misure generali di supporto. Quest’ultime possono fare la differenza per una migliore guarigione e sono:

  • corretta igiene orale: lavarsi i denti dopo i pasti e usare il filo interdentale una volta al giorno sono buone abitudini per mantenere la bocca pulita e priva di alimenti che potrebbero favorire le lesioni. Si consiglia di utilizzare uno spazzolino a setole morbide per evitare di irritare i tessuti delicati della bocca, un dentifricio privo di sodio lauril solfato o microgranuli ad azione sbiancante e un collutorio senza alcol. Qualora si portino apparecchi ortodontici o altri apparecchi dentali, è necessario chiedere al proprio dentista le precauzioni da osservare ed eventuali prodotti protettivi da usare (es. cera ortodontica).
  • attenta alimentazione: a prescindere dall’afta è importante preferire cibi sani, soprattutto per prevenire carenze nutrizionali. Esistono poi alcuni alimenti verso i quali si può manifestare una certa sensibilità/allergia come cioccolato, caffè, fragole, uova, noci, formaggio, cibi piccanti o acidi. Pertanto si dovrebbe cercare di fare attenzione al cibo consumato e individuare un’eventuale comparsa di afte dopo l’ingestione. In generale vanno evitati tutti i cibi che irritano o lesionano la bocca: cibi consistenti e croccanti (noci, patatine, salatini, panini, toast), cibi molto piccanti, salati e acidi (ananas, pompelmo e arance), alcune spezie, bevande molto calde o acide (succhi di frutta). È preferibile invece bere bevande fresche con una cannuccia e mangiare cibi morbidi.
  • integratori: prima di considerare di assumere un integratore è necessario individuare carenze nutrizionali (es. vitamina B12, acido folico, ferro, zinco). Solo in questo caso ha senso l’utilizzo di integratori contenti complessi vitaminici durante la cura dell’afta ottenendo miglioramenti dei sintomi. Alcuni studi hanno invece dimostrato che la vitamina B12 sublinguale a 1 mg/die e omega-3 a 1000 mg/die per 6 mesi potrebbero ridurre il numero di riacutizzazioni e alleviare il dolore in tutti i pazienti con stomatiti aftose croniche, indipendentemente dai livelli precedenti.

Per quanto riguarda il trattamento locale, questo può essere fatto utilizzando dei farmaci o sostanze ad azione antinfiammatoria, antidolorifica e anestetica. Questi possono essere in forma di gel, spray o collutori.

Prodotti disinfettanti, come quelli a base di clorexidina 0,12 o 0,20%, sono utili in caso di ferite, rischio di superinfezioni batterica o fungina e per migliorare l’igiene orale.

Anche gli agenti barriera e altamente idratanti possono essere utili sia per prevenire le recidive sia per accelerare la guarigione dell’afta. Esempi di questi prodotti sono dentifrici, spray, gel o collutori a base di acido ialuronico, aloe e vitamina E.

Un ulteriore metodo, usato dai più coraggiosi, è la cauterizzazione, ovvero la pratica terapeutica che consiste nella distruzione di tessuti organici mediante l’uso di sostanze caustiche o di calore. Di solito aiuta a ridurre il dolore (ovviamente non durante la pratica) e accelera la guarigione portando l’afta a rimarginarsi in breve tempo. Di solito viene applicato perossido di idrogeno allo 0,5%, nitrato di argento 1-2% o collutori contenenti alcol (Listerine) facendo delle toccature con il cotton fioc direttamente sull’ulcera.

CONSIGLI UTILI

I prodotti da applicare direttamente sulla lesione sono più efficaci se utilizzati dall’inizio della comparsa; vanno usati più volte al giorno, preferibilmente mezz’ora prima dei pasti (ad esempio spray con anestetici e antinfiammatori per poter “addormentare” la ferita e mangiare senza atroci sofferenze), dopo la pulizia dei denti e prima di coricarsi. Una volta applicato è necessario non mangiare o bere per almeno la mezz’ora successiva.

Esistono tanti prodotti in commercio, tutti più o meno con gli stessi componenti e scopo, ma in formulazioni differenti. È importante che queste siano adeguate da permettere una corretta e duratura adesione alla mucosa orale lesionata. Come fare a scoprirlo? Solo l’esperienza e il buon consiglio del farmacista possono rispondere a questa domanda.

FALSO MITO: usare il bicarbonato, ancora peggio limone e bicarbonato, per disinfettare. Dispiace distruggere credenze, ma è doveroso dichiarare che il bicarbonato non disinfetta. Usarlo con il limone, nel caso delle afte, è poi estremamente dannoso in virtù della sua natura acida (oltre a far bruciare di più l’afta, erode anche i denti). L’unico modo per cui può essere utile il bicarbonato è per rendere meno acida la saliva e l’ambiente della bocca, condizione che si verifica dopo aver mangiato.

PREVENZIONE

Grossi segreti per la prevenzione delle afte non esistono proprio per la multifattorialità della lesione. Proprio sulla base di questo si possono adottare alcuni buoni comportamenti ed evitare, per quanto possibile, alcuni eventi scatenanti. Alcuni esempi:

  • ridurre lo stress, visto che la comparsa di afte è stata correlata a stati emotivi particolarmente tesi e spossati (chi ha la formula magica alzi la mano).
  • seguire una corretta alimentazione per evitare deficit nutrizionali
  • evitare di mordere l’interno della guancia o lingua
  • evitare traumi alla mucosa orale con apparecchi/impianti ortodontici, cibi croccanti o troppo caldi, spazzolini con setole dure, dentifrici troppo irritanti
  • evitare cibo a cui si è correlata una sensibilità/allergia o intolleranza.

VERSO IL FUTURO: la comunità scientifica si sta dirigendo sempre di più verso lo studio del mondo del nostro microbiota. Come sta ormai accadendo in molti protocolli terapeutici, anche nel campo delle patologie del cavo orale l’impiego di probiotici e prebiotici sembra essere piuttosto promettente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono elaborati sulla rilettura critica di articoli scientifici, testi universitari e basandosi sulla nostra pratica comune, hanno soli scopi informativi e non hanno pertanto valore di prescrizione medica, non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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