Aerosol e lavaggi nasali, una guida rapida

Siamo nel pieno dei mali della stagione invernale. Sintomi come mal di gola, raffreddore, tosse, febbre sono ormai all’ordine del giorno, e tutti ne sono vittime, adulti e bambini.

Se per i più grandi i rimedi sono molti, per i più piccoli le cose sono un po’ più complicate.

In questi casi, spesso quello che viene più spontaneo fare è una seduta di aerosol. Non faccio fatica a immaginare che ormai quasi tutte le famiglie siano dotate di un apparecchio per l’aerosolterapia, con la certezza che comunque un giorno potrà sempre tornare utile.

In realtà, la sua utilità è ben diversa dal curare o anche solo alleviare malesseri come raffreddore, mal di gola, mal d’orecchie o la tosse. Il fatto che sia uno strumento che permette di somministrare un farmaco nelle vie aeree non significa che possa essere utilizzato per trattare qualsiasi patologia dell’apparato respiratorio.

Indipendentemente dall’età dell’individuo, va sottolineato che l’aerosol è estremamente efficace per trattare patologie che interessano i bronchi, come l’asma, la bronchiolite o il broncospasmo e non lo è invece per affezioni delle alte vie respiratorie come raffreddore o mal di gola. Medici e specialisti continuano a smentire l’utilità dell’aerosol in questi casi, sottolineando che si tratta di una strategia inutile, inefficace se non addirittura controproducente. Patologie come tonsillite, rinofaringite, otite media acuta e i malanni di stagione devono essere trattate usando rimedi differenti a seconda dello specifico caso.

È vero, dunque, che l’aerosol è un alleato prezioso per la salute dell’apparato respiratorio, permettendo di evitare la somministrazione per bocca, ma attenzione, non è una soluzione universale per il trattamento di qualsiasi patologia respiratoria. Non bisogna neanche cadere nel tranello: “se il farmaco riesce ad arrivare fino ai polmoni, sicuramente riuscirà anche ad agire, e meglio, nelle vie nasofaringee perché la concentrazione di farmaco che arriva è maggiore”. È esattamente il ragionamento sbagliato. Il motivo è PROPRIO perché raggiunge le basse vie respiratorie che non dobbiamo somministrare farmaci antinfiammatori senza prima un parere medico. Perché raggiungere i bronchi con un medicinale di cui i bronchi non hanno bisogno? Il cortisone inalatorio infatti non serve a curare il raffreddore, né il mal di gola, ma anzi si porta dietro effetti collaterali che di fronte a un beneficio uguale a zero, non può che esporre solo agli effetti avversi.

Allo stesso tempo, però, è anche improprio l’utilizzo dell’aerosol per idratare le vie respiratorie.  Fare l’aerosol con solo la soluzione fisiologica pensando di bagnare le vie aeree non ha molto senso perché la nebbia che si produce è estremamente fine, non bagna. Molto meglio in questo caso i suffumigi, bagni turchi o l’assunzione di liquidi in abbondanza.

APPARECCHIO PER AEROSOL, COME FUNZIONA

Con il termine aerosol ci si riferisce dal punto di vista chimico-fisico a una fine dispersione di un liquido (ma anche un solido) in un gas. Per intenderci, un aerosol è come una fitta nebbiolina fatta da moltissime e minuscole goccioline d’acqua disperse e sospese nell’aria.

aerosol

Questa condizione fisica è stata utilizzata a fini terapeutici nell’aerosolterapia in quanto l’aerosol di un farmaco può essere inalato e raggiungere le più basse vie respiratorie. Questo ci ha permesso di somministrare dei farmaci direttamente nel sistema respiratorio per prevenire o curare alcune patologie impiegando dosaggi specifici e riducendo nettamente gli effetti collaterali.

Lo strumento che crea l’aerosol come lo intendiamo comunemente è chiamato nebulizzatore o atomizzatore. Vi sarete accorti durante la fase di acquisto che ne esistono di due tipologie, a pistone o ultrasonico, che in definitiva descrivono esattamente come l’apparecchio è in grado di generare la nebulizzazione.

A prescindere da quale sia il migliore, proprio in virtù della sua capacità di trasformare un medicinale dalla forma liquida a una nebbiolina respirabile lo rende uno strumento utile al trattamento di tutte quelle patologie che coinvolgono le medie e basse vie aeree, quelle più strette di diametro, ovvero dalla trachea fino ai bronchi. Le malattie possono quindi essere laringiti, tracheiti, bronchioliti, bronchiti, polmoniti, BPCO, fibrosi cistica.

Si ricorre all’aerosol principalmente per curare l’asma e per le diverse forme di broncocostrizione in cui lo stato infiammatorio impedisce e/o ostacola una corretta fuoriuscita dell’aria inspirata (si sente una sorta di fischio durante l’espirazione). In particolare, l’asma si tratta con un antinfiammatorio cortisonico e un broncodilatatore. Normalmente i primi sono in fiale, mentre i broncodilatatori sono in gocce. Principi attivi e dosaggi vengono prescritti dal medico, che spesso indica di inserirli insieme nell’ampolla dell’aerosol, così in un’unica seduta si riesce a portare fino ai bronchi e ai bronchioli entrambi i medicinali.

COME SI FA UNA SEDUTA DI AEROSOL?

Se siete tra quelle persone che purtroppo devono ricorrere all’aerosol per curarsi e stare meglio, indipendentemente che si somministri a un adulto o a un bambino, sappiate che la terapia risulterà efficace solo se eseguita nel modo corretto.

Di solito è più la popolazione pediatrica a dover utilizzare questo tipo di apparecchio, in quanto nell’età più adulta l’asma viene trattata con dispositivi pressurizzati più pratici. Trattandosi per la maggior parte delle volte di piccoli pazienti, bisogna armarsi di pazienza e ottenere la migliore collaborazione possibile. Una regola importante da seguire è che l’aerosol va somministrato a un bambino vigile, seduto con la schiena dritta e il collo esteso, facendo aderire la mascherina al viso. Non dovrà quindi dormire durante la seduta o essere coricato, girato o sdraiato. Il motivo è che il respiro dovrà essere attivo e le vie aeree più pervie possibile altrimenti il farmaco non avrà alcuna possibilità di raggiungere i bronchi, rischiando di venire esalato e di impattare sul fondo della gola.

La respirazione durante la seduta è estremamente importante: NON si dovranno effettuare pochi respiri profondi e intensi (si rischia di risucchiare l’aria troppo rapidamente non dando il tempo necessario di scendere nelle basse vie aeree), ma si dovrà procedere con una normale respirazione, tranquilla e costante, a bocca aperta se si usa la mascherina. In questo modo, dopo circa 2 minuti la deposizione del farmaco ha coperto quasi tutto l’albero polmonare.

MASCHERINA, BOCCAGLIO O FORCELLA NASALE?

Vi sarete accorti che all’interno della confezione di un apparecchio per l’aerosol vi sono diversi dispositivi da attaccare all’ampolla per permettere la respirazione: la mascherina (di diverseboccaglio, forcella e mascherina da aerosol dimensioni, per adulti o bambini), il boccaglio o la forcella nasale (di diverse forme). C’è una bella differenza nell’utilizzo di uno o dell’altro. Verrebbe d’istinto usare la mascherina se si vuole arrivare fino alle basse vie aeree, il boccaglio per la gola e la forcella nasale per il naso. In realtà mascherina e boccaglio sono abbastanza equivalenti in termini di specificità d’uso. Forse la mascherina è più comoda in caso di bambini piccoli, poco collaborativi che fanno fatica a serrare denti e labbra al boccaglio. In generale, però, tramite una corretta respirazione entrambi permettono di far arrivare l’aerosol fino ai bronchi e bronchioli. La forcella nasale, invece, seppur si inserisca nel naso NON serve a curare le affezioni nasali (es. il raffreddore), ma permette di ottenere un flusso posteriore che crea una corrente particolare per cui si riesce ad arrivare meglio nelle medie vie aeree, come laringe e trachea. Pertanto in caso di infiammazione con abbassamento di voce dovuti a laringiti o tracheiti potrebbe essere prescritto un antinfiammatorio per aerosol utilizzando la forcella nasale, perché permette di arrivare meglio al bersaglio evitando di esporre anche le basse vie respiratorie al farmaco.

MA PER IL NASO ALLORA COSA USO?

Il trattamento indispensabile per le patologie delle alte vie respiratorie (raffreddore, mal di gola, faringiti, otiti) rimane quindi un’accurata e periodica pulizia nasale.

Partiamo dal presupposto che il raffreddore è una malattia di stagione che procede naturalmente verso la guarigione nell’arco di una settimana nella maggior parte dei casi, e non necessita di un intervento medico. Essendo di origine virale, inoltre, l’eventuale assunzione di antibiotici non serve.

Su consiglio del medico o del farmacista, si può invece ricorrere all’uso di una soluzione salina per lavaggi nasali e altri prodotti decongestionanti, per alleviare i sintomi respiratori, che spesso possono compromettere la qualità della vita e determinare disturbi del sonno.

I lavaggi nasali sono particolarmente utili in caso di naso chiuso e raffreddore. Essendo i bambini piccoli incapaci di soffiarsi il naso ed essendo il naso chiuso una loro condizione quasi perenne, si devono cercare delle alternative per aiutarli a liberarlo.

Il naso, come tutto l’apparato respiratorio, fisiologicamente produce del muco in grado di catturare gli agenti esterni (polveri, inquinanti, batteri, virus) allo scopo di difesa. Se però a sua volta il muco non viene rimosso periodicamente, esso stesso diventa substrato per la moltiplicazione degli stessi microrganismi, che possono così dare luogo a una infiammazione della mucosa, con produzione abbondante di muco. Inizialmente, il naso che cola è caratterizzato da una semplice secrezione acquosa trasparente, per poi con il tempo diventare una secrezione mucosa biancastra fino agli stadi più drammatici in cui raggiunge una consistenza mucopurulenta di colore giallo-verde. L’obiettivo è quindi rimuovere l’eccesso di muco quando c’è n’è tanto, così da poter respirare meglio e eliminare i microbi. Meglio se la secrezione è ancora trasparente o bianca, ovvero nelle fasi iniziali, motivo per cui spesso il pediatra chiede che aspetto ha il muco del bambino.

COSA SI USA PER I LAVAGGI NASALI?

Il principale liquido che si usa è la soluzione fisiologica (isotonica), ovvero una soluzione di acqua e sale (NaCl) allo 0,9%. Questo non è un numero causale perché rappresenta la stessa concentrazione dei liquidi biologici. Mettendo a contatto la mucosa con questa soluzione, avendo entrambi i sistemi la stessa tonicità o potere osmotico, non si crea nessun richiamo di liquidi dalla mucosa. È un intervento neutrale, che si basa semplicemente sulla fluidificazione e rimozione meccanica del muco.

Un altro rimedio che si può usare è la soluzione ipertonica, ovvero una soluzione di acqua e sale (NaCl) al 3%. La presenza del sale è quasi 3 volte maggiore rispetto alla soluzione fisiologica conferendo un maggior potere osmotico con conseguente richiamo di liquidi dalla mucosa nasale una volta messe a contatto. Questo porta più acqua nel muco, rendendolo meno viscoso e più diluito, così da essere facilmente rimuovibile. Questa soluzione è quindi più decongestionante della fisiologica.

Ma allora perché non usiamo sempre l’ipertonica? Perché alla lunga può essere irritante. L’uso continuativo per settimane potrebbe sottoporre la mucosa a stress, pertanto è consigliabile l’uso solo per alcuni giorni per combattere il muco particolarmente colloso.

Queste soluzioni spesso si trovano in commercio già arricchite con altre sostanze come l’acido ialuronico o l’argento proteinato. Lo scopo è di aggiungere sostanze antimicrobiche o che combattono la formazione del muco. Il muco è utile, ma i batteri quando lo colonizzano si organizzano a strati formando uno spessore molto alto difficile da raggiungere da parte del sistema immunitario. Le sostanze che aggrediscono questo film batterico possono aiutare a rimuoverlo.

COME SI FANNO I LAVAGGI NASALI?

I modi e gli strumenti che si possono usare sono diversi, a seconda dei casi, dell’età e del tipo di ostruzione nasale. Per i più piccoli sarà sempre il pediatra, dopo la visita, a indicare quale sia la soluzione e i dispositivi adatti da usare per effettuare il lavaggio nasale.

In generale, c’è una regola d’oro per quando si fanno i lavaggi nasali ai più piccini: mai tappare la narice in cui non si spruzza la soluzione, perché la pressione dello spruzzo nella narice tappata dal muco unita al blocco dello sfiato dalla narice opposta, non può che sfogarsi verso le orecchie, causando danni.

I lavaggi nasali si possono effettuare utilizzando:siringa e soluzione

  • Fialetta monodose di soluzione ipertonica o fisiologica, da 2 o 5 ml: si aprono e si spruzza direttamente dentro la narice. Il getto che si ottiene è più o meno forte a seconda di quanto si schiaccia, inoltre la fialetta finisce abbastanza in fretta. Il getto è estremamente unidirezionale e non fa spruzzi.
  • Siringa da 5 o 10 ml, senza ago: esattamente come per la fialetta, ma in questo caso si dovrà prelevare con ago da un contenitore a parte la soluzione da instillare per poi togliere l’ago dalla siringa e spruzzare nella narice. A differenza della fialetta monodose si riesce a modulare l’energia dello spruzzo a seconda di quanto si schiaccia velocemente lo stantuffo. Lo spruzzo è comunque sempre diritto, con un getto importante di acqua.

Essendo unidirezionale, bisogna fare attenzione a dove si manda il getto di acqua. È meglio evitare di spruzzare verso il setto nasale, essendo la zona del naso più vascolarizzata e delicata. Ci si dovrà quindi posizionare in modo che il getto miri verso l’esterno della narice. Nel caso di un lavaggio nasale a un bambino, anche il posizionamento del corpo è importante, dipende però anche dall’età e dalla collaborazione. Indicativamente la posizione migliore è con la testa inclinata da un lato, leggermente in avanti.

  • Siringa da 5 o 10 ml con dispositivo a spruzzo: per evitare la preoccupazione della posizione edlavaggio nasale energia del getto, si possono usare dei dispositivi da avvitare alla siringa che realizzano uno spruzzo ad ampio raggio. Hanno una forma a cono che si adatta alla narice, da inserire nel naso. Con la siringa piena della soluzione e con il dispositivo avvitato di spinge lo stantuffo creando un getto ad ampio raggio. Non ci si deve preoccupare nemmeno della velocità e forza del getto, perché il sistema è fatto per impedire di esercitare una pressione eccessiva.

ATTENZIONE! Molte persone per fare i lavaggi nasali con fisiologica usano un unico e grande flacone vietato riutilizzare l'ago(da 500 ml) in cui lasciano inserito l’ago della siringa nel tappo (in elastomero). È una pratica spesso usata “per risparmiare” in modo che ogni volta che serve, si mette direttamente la siringa (sempre la stessa, la maggior parte delle volte) per prelevare nuovo liquido per il lavaggio. Purtroppo non è un buon metodo perché in questo modo si crea attraverso l’ago continuità con l’esterno e la soluzione fisiologica potrebbe contaminarsi sia con i patogeni esterni presenti nell’ambiente sia con i patogeni che finiscono sulla siringa dopo averla utilizzata nel naso. Usando lo stesso ago e la stessa siringa si contamina la soluzione e chi è soggetto al lavaggio può reinfettarsi con gli stessi patogeni, prolungando la sintomatologia. Di fronte a questo maggior rischio, il consiglio è di usare flaconi di fisiologica piccoli (dipende poi da quanti nasi ci sono da lavare), togliendo ogni volta l’ago dall’elastomero in modo da isolarla dall’ambiente esterno e usare siringhe e aghi nuovi, sterili. In alternativa, un buon metodo è usare le fialette sterili monodose per i più piccoli oppure gli erogatori spray pressurizzati.

  • Pompette con beccuccio: la pressione viene esercitata dall’operatore schiacciando direttamene sul corpo morbido del contenitore in cui è presente la soluzione per il lavaggio. Si spruzza come una pompetta. Prestare attenzione perché lo spruzzo eccessivo in un naso tappato può riflettersi sull’orecchio.
  • Erogatori spray pressurizzati: contengono per la maggior parte dei casi acqua di mare, isotonica o ipertonica. Sul mercato se ne possono trovare di diverse marche e tipologie, distinte in base alle sostanze funzionali contenute (es. acido ialuronico, pantenolo) e alla pressione del getto d’acqua. Infine, in alcuni si può trovare il doppio erogatore, per il lavaggio di naso e orecchie.
  • Doccia nasale o rinowash: spesso si trova come supplemento all’interno delle confezioni degli aerosol.doccia nasale La camera della doccia nasale è ben più grande dell’ampolla dell’aerosol e va riempita con la specifica soluzione (non meno di 5 ml). Attaccando il tubo dell’aerosol la nebulizzazione della doccia è molto più grossolana e rapida. Alternando le narici, in un paio di minuti si dovrebbe esaurire il liquido. Anche se si mette più liquido, il processo dura di meno perché il dispositivo crea delle vere e proprie gocce e non una nebbiolina respirabile, quindi a differenza dell’aerosol in questo caso si bagna il naso, proprio come una doccia, al fine del suo lavaggio. All’interno della camera della doccia nasale è possibile anche introdurre, dietro prescrizione medica o del pediatra, farmaci in soluzione per la cura delle affezioni del naso (es. sinusite).
  • Dispositivi aspiranti: non si crea più uno spruzzo con la soluzione fisiologica aspiratore nasalema viene fatta una vera e propria aspirazione. Esistono dispositivi che prevedono un boccaglio attraverso cui il genitore inspirando crea la forza di aspirazione che richiama il muco presente nel naso intrappolandolo in una camera in cui è presente un filtro barriera per evitare al genitore di respirarlo. Applicando una inspirazione più o meno intensa si riesce a togliere il muco dal naso. Questo può essere utile quando il naso è particolarmente intasato tanto che il lavaggio diretto quasi non ha spazio di manovra.
ALTRI BUONI CONSIGLI

Altri buoni consigli per favorire un veloce decorso di mal di gola e raffreddore, senza dover ricorrere all’aerosol sono:

  • mantenere il livello di umidità nell’ambiente in una percentuale compresa tra il 45 e il 55%
  • lavarsi spesso le mani e cambiare con frequenza i fazzoletti che si utilizzano, soprattutto se di stoffa
  • abbondante idratazione
  • suffumigi (non ai più piccoli per il rischio di scottature o bruciature)

Le informazioni contenute in questo articolo sono elaborati sulla rilettura critica di articoli scientifici, testi universitari e basandosi sulla nostra pratica comune, hanno soli scopi informativi e non hanno pertanto valore di prescrizione medica, non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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