RESTARE A CASA: serve davvero?

11/03/2020by Staff Leva

In questo periodo di emergenze, come avete potuto vedere, la Farmacia Leva si è astenuta dal pubblicare notizie o post riguardanti il Corona Virus COVID-19.
La nostra premura nasceva dalla volontà di lasciar spazio e dar voce ai virologi e istituzioni competenti che più di chiunque altro possono fare il punto sulla situazione e indicare la via.

Se da un lato ci  sembrava inopportuno parlare di qualsiasi altro argomento meno importante. (Non a caso la diretta di quest’oggi con il Dott. Enrico Riggi è stata rimandata), dall’altra in questi giorni media, social e web sono stati invasi da notizie fuorvianti e che nulla hanno a che vedere con la realtà.
In questo senso abbiamo pensato che anche la nostra voce doveva farsi sentire per fare chiarezza, dare un aiuto e un conforto a chi ci segue e chiede consiglio da anni.

Fatte queste doverose premesse oggi vorrei affrontare la questione “restare a casa“. Oramai tutti abbiamo inteso che è obbligatorio, non si tratta più di scelta e che deve essere fatta per non intasare i reparti di terapia intensiva degli ospedali.

Ma da dove nasce tutto ciò?

Detta in parole semplici – mi perdonino i matematici – c’è un numero di riferimento che si chiama “erre con zero”, se questo numero è inferiore a 1 la diffusione si arresta da sola. Semplice ed essenziale.

Siamo divisi in 3 gruppi:
S – Suscettibili : persone che potrebbero ammalarsi
I – Infetti: coloro che hanno contratto il virus
R – Recuperati: i guariti
Questo è il modello SIR

Ogni malattia ha un numero (R0) che indica quante persone un individuo infetto può contagiare.
Per fare qualche esempio il Rotavirus ha un valore altissimo, R17 ma zero tasso di mortalità, così il Morbillo che ha valore 9-12. Il punto è che si tratta di virus conosciuti e per i quali siamo già preparati.

Ma torniamo al Covid-19, nelle aree colpite il valore R passa da 1,4 a 3,8 (ossia le persone che un infetto può contagiare). Limitando gli spostamenti diventa ovvio che si tiene basso questo numero.
Con un numero vicino a 1 si permette alle strutture di reggere l’impatto.
Se il numero arriva sotto il valore 1 il contagio è fermato (anche se dobbiamo sempre tener conto di cosa accade negli altri Paesi e del possibile contagio di ritorno).
In ogni caso: contagio basso, strutture che tengono e più tempo per preparare una cura che porti – non già il contagio – ma bensì al tasso di mortalità pari a 0.

Se avete dubbi o domande, non esitate a contattarci perché – anche se nessun media lo sottolinea – anche i farmacisti sono ogni giorno in prima linea, al alto rischio contagio e a sopperire a quelle problematiche derivanti dalla difficoltà comuni di accedere ai consueti presidi medico sanitari.
Insieme supereremo anche questo.

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Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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