AFASIA: Ho perso le parole…

14/02/2018by Staff Leva

“Ho perso le parole…eppure ce le avevo qua un attimo fa…”, canta Ligabue e sicuramente a tutti sarà capitato di rimanere senza parole in preda all’emozione, che sia di sorpresa, di rabbia, di felicità o di paura. Questo stato però non sarà durato che qualche minuto..

Per una persona colpita da Afasia invece è ciò che può capitare in modo assolutamente improvviso e che può perdurare per giorni, settimane, mesi o tutta la vita.

L’Afasia è un disturbo del Linguaggio che si verifica in seguito all’insorgenza di un danno cerebrale, di solito vascolare, e nello specifico di un ictus; si parla invece di disturbo di tipo afasico se derivante da altre cause come un trauma cranio-encefalico o un tumore cerebrale.

L’Afasia può presentarsi sotto diverse forme: la persona può avere difficoltà ad esprimersi verbalmente sia oralmente che per iscritto (con una gravità estremamente variabile: dalla totale assenza di linguaggio a sfumati deficit) e/o può avere difficoltà a comprendere i messaggi verbali siano essi orali o scritti (anche qui con un’estrema variabilità di gravità).

Nello specifico diventa complicato comprendere il significato di ciò che ascolta, esprimersi pronunciando correttamente tutti i suoni delle parole, ascoltare il suo interlocutore. Di conseguenza l’interazione con parenti, amici e conoscenti diventa faticosa, fare una richiesta complicato e partecipare alle attività della vita quotidiana che coinvolgono la comunicazione molto impegnativo.

Quello che la persona afasica non perde è la capacità di provare sentimenti ed emozioni per cui spesso può subentrare un calo del tono dell’umore per non riuscire più nella comunicazione.
Anche il ragionamento, l’elaborazione delle informazioni, la memoria sono abilità per lo più sufficientemente conservate.
La volontà di esprimere le proprie idee e partecipare alle interazioni comunicative di solito è conservata. Inoltre forme di comunicazione diverse da quella verbale (gesti, disegno, tavole comunicative,…) possono consentire l’espressione del messaggio.

Proprio perché l’Afasia ha molte sfaccettature la persona che ne è colpita ha bisogno di avere vicino a sé molte figure che la accompagnino nel percorso di ripresa delle proprie abilità: da una parte familiari, amici e colleghi, dall’altra il personale medico che, attraverso le singole competenze, offre al paziente le cure adeguate.

Il compito del Logopedista oltre a quello di effettuare un lavoro specifico con la persona con Afasia è quello di fornire ai familiari, fin dai primi momenti (anche in fase acuta), indicazioni per trovare la modalità comunicativa corretta da adottare in base alle risorse che la persona ha in quel momento. Verranno così individuati comportamenti da evitare, come il parlare velocemente o il sostituirsi al familiare, e atteggiamenti facilitanti quali il parlare lentamente con frasi brevi (evitando però di usare un linguaggio “da bambini” ) e concedere alla persona afasica il tempo per trovare la modalità comunicativa possibile da utilizzare.

L’importante è che l’intenzione di comunicare e il piacere di farlo per interagire con gli altri non si spenga ma che si trovi, anche con l’aiuto degli esperti del settore, il canale comunicativo più semplice e immediato per poterlo fare.

Dott.ssa Paola Velardo
Logopedista Certificata LSVT
Studio di Logopedia Abilmente
Via Parini 5, Torino
349.29.53.402
p.velardo@libero.it

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Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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