TECAR: tra efficacia ed effetto placebo

27/02/2019by Staff Leva

Quasi sicuramente vi è già capitato di sentir parlare di TECAR o tecarterapia, anche chiamata diatermia. Magari in risposta al vostro accusare una certa problematica: “fai un po’ di TECAR e passa tutto”.

Ma è vero? Che cos’è la TECAR e come funziona? Agisce su ogni tipo di problematica o solo su poche patologie?

Proviamo a rispondere ad alcune domande avvicinandoci a questa speciale quanto misteriosa “macchina miracolosa”.

TECAR è l’acronimo di Trasferimento Energetico CApacitivo-Resistivo nel quale, sostanzialmente, è descritto il modo in cui essa funziona. Si comporta da condensatore: il macchinario utilizza la corrente per caricare elettricamente piastra e manipolo.
Fra essi si genera un campo elettromagnetico all’interno del quale si troverà la parte trattata (schiena, spalla, ginocchio, ecc.). Le cellule di tale zona, in base alla loro carica, si orienteranno secondo le linee di suddetto campo creando alcuni cambiamenti e/o effetti per accelerare la guarigione.

Ciò che il paziente sente è solitamente un piacevole calore di tipo endogeno, cioè prodotto dal suo corpo e non dalla macchina.

Esistono due modalità con cui la TECAR può lavorare. L’unica differenza è il tipo di tessuto sul quale si desidera lavorare maggiormente.
La modalità capacitiva (manipolo in ceramica) influenza i tessuti molli a bassa resistenza (muscoli, fascia, vasi), mentre quella resistiva (manipolo in metallo) agisce sui tessuti ad alta resistenza (ossa, tendini, legamenti).

Bisogna sapere che esistono alcune controindicazioni come essere portatori di pacemaker, sensibilità cutanea alterata (ad esempio diabete grave), alcuni tipi di protesi articolari (specie se di vecchia data) e donne in gravidanza.

Negli anni, tuttavia, la TECAR ha preso sempre più piede nell’ambito della terapia strumentale e molti specialisti la consigliano, spesso abusandone, sopravvalutandola e prescrivendola per ogni sorta di dolore.

Ma è davvero utile?

Molti direbbero di sì, tra cui gli sportivi che ne fanno larghissimo uso, altri non hanno trovato alcun giovamento.
Altri ancora parlano spesso di effetto placebo. Dipende da persona a persona e dalla natura del problema, ma va da sé che se ho male alla cervicale da 10 anni non posso pensare di risolverlo con qualche seduta di tecarterapia.
Una cosa è certa: può aiutare a ridurre il dolore (soprattutto se acuto) e a “preparare” il terreno all’operatore che si occuperà di far scomparire quella condizione dolorosa.

Ad oggi non ci sono studi che ne accertino l’utilità, ovvero la TECAR non ha evidenze scientifiche e non esistono prove di efficacia a suo favore.

Gabriele IORIANNI
Fisioterapista libero professionista
gabriele.iorianni@gmail.com

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Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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