MALEDETTA PRIMAVERA: come difendersi dalle allergie, nuove metodologie

03/03/2017by Staff Leva

Se per la maggior parte della gente la primavera rappresenta un evento gioioso, in cui si comincia ad assaporare i primi tepori, a percepire il risveglio della natura, a godere di un maggior numero di ore illuminate dal sole, per molti, questa stagione, rappresenta l’inizio di non indifferenti fastidi fisici.

Maledetta primavera cantava Loretta Goggi in un festival di San Remo tanti anni fa! Ecco che per l’allergico al polline questo periodo rappresenta un’autentica maledizione. In concomitanza con la fioritura di molte specie vegetali infatti, molti individui cominciano a manifestare un fastidioso raffreddore (il cosiddetto raffreddore da fieno) congiuntivite e a lungo andare pericolose crisi asmatiche.

Per non parlare del senso di debolezza e di irritabilità che contraddistingue l’allergia, spesso accompagnato da prurito diffuso. Purtroppo molti allergici, invece di consultare prima possibile lo Specialista, ricorrono all’automedicazione, facendo sì che la malattia peggiori di anno in anno e generi delle complicanze anche serie (asma, poliposi nasale, sinusite, cronicizzazione ecc.)

E’ invece opportuno sottoporsi prima possibile agli opportuni test allergometrici, che permettono di individuare a quale tipo di polline il paziente è allergico, onde procedere alla desensibilizzazione con un vaccino mirato.
E’ noto infatti che i farmaci sono decisamente efficaci nell’alleviare i sintomi dell’allergia, ma non impediscono il progredire della malattia, (passaggio da semplice rinite all’asma), mentre affiancando a questi l’opportuna vaccinazione desensibilizzante, la malattia viene bloccata e tende a regredire.
E’ bene ricordare che tre pazienti rinitici su quattro, non trattati con il vaccino manifestano asma, mentre nessun paziente rinitico trattato con il vaccino diventa asmatico.

Esistono vari tipi di vaccinazione, il vaccino classico utilizzato da ormai quarant’anni consiste nella somministrazione per via sottocutanea di dosi crescenti da allergene, inizialmente con somministrazioni settimanali, per tre o quattro mesi per poi passare ad un altro più meno mensile.

Da più di dieci anni utilizzo un vaccino, decisamente più comodo, venendo questo effettuato, solamente due volte all’anno, mediante l’inoculazione di una microdose di estratto terapeutico per via intradermica. Questo tipo di terapia, rispetto a quella cosiddetta “tradizionale”, ha il vantaggio di comportare un impegno minimo per il paziente, di non aver nessun effetto indesiderato quindi a “rischio zero” e, tra l’altro di comportare per il paziente un minor esborso economico, a fronte di una notevole efficacia.

Da anni vengono effettuati dei calendari relativi ai periodi di impollinazione delle varie specie vegetali nella nostra regione: gli alberi a fioritura precoce (betulle, noccioli, oleacee) tendono a fiorire e quindi ad emettere il polline nell’aria da gennaio/febbraio fino ad aprile/maggio.

Le graminacee (l’erba dei prati, il cosiddetto “fieno” ed i cereali), fioriscono normalmente da aprile a luglio. La parietaria e le urticacee da maggio a settembre. Le composite e le ambrosie da giugno/luglio ad ottobre.

L’allergologo quindi potrà indagare sul periodo e la durata dei sintomi del paziente, sottoponendolo poi ai classici test allergometrici, che nel giro di un quarto d’ora produrranno i risultati che permetteranno così di effettuare una corretta desensibilizzazione e le collaterali cure farmaceutiche del caso.

Dott. Francesco Furno
Specialista in Allergologia
Specialista in Ematologia
tel. 0115099407

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